Definire che cosa sia una scuola di musica è, contrariamente a quanto si pensa, cosa assai complessa e tutt’altro che scontata. Una scuola di musica è identificabile in un’attività piuttosto che in un’istituzione, prova ne è il fatto che a gestire le scuole di musica della provincia di Udine sono state, dagli anni della loro fondazione, diverse forme istituzionali o enti (Associazioni, Cooperative sociali, Fondazioni, ecc.). Si può quindi affermare che una scuola di musica non si può definire tale per la sua tipologia statutaria o per la struttura organizzativa dell’ente che la gestisce, quanto per la sua conformazione intrinseca, per la sua offerta formativa, per le sue attività specifiche e per le sue finalità. Le scuole di musica sono nate nella seconda parte del secolo scorso spesso sotto la spinta di personaggi illustri della nostra storia, persone che hanno saputo gettare le fondamenta culturali e sociali sul loro territorio di appartenenza e che hanno creato i presupposti per l’aggregazione e la realizzazione di progetti educativo-musicali. In particolare si sono distinte tra le altre le figure di don Gilberto Pressacco e don Albino Perosa che hanno contribuito alla nascita, alla fondazione o allo sviluppo di diversi sodalizi sia in qualità di soci fondatori come di referenti o collaboratori. Contrariamente ai corsi musicali organizzati in seno alle attività bandistiche, alle quali appartiene senza ombra di dubbio il primato storico della diffusione della pratica strumentale, finalizzato però principalmente alla pratica della musica per banda, queste scuole hanno spesso visto la luce con lo scopo di formare giovani strumentisti e di prepararli all’ingresso nei conservatori per proseguire gli studi musicali superiori. Questo si è realizzato specialmente per ciò che concerne gli strumenti non utilizzati dalle bande, quindi strumenti ad arco e a tastiera oltre che altri strumenti relativi al repertorio classico/sinfonico e non prettamente bandistico. Salvo poche eccezioni le scuole di musica, sul nostro territorio provinciale, hanno ricevuto una forte spinta negli anni ottanta del secolo scorso, durante questi anni infatti sono nate moltissime nuove realtà per le quali la regione ha provveduto a creare nel 1988 una legge di finanziamento finalizzata a sostenerne il lavoro con il chiaro e palese obiettivo di preparare gli allievi secondo i programmi ministeriali allora vigenti. La fisionomia delle scuole di musica si è rapidamente delineata con corsi strumentali (archi, tastiere e alcuni fiati) e corsi di solfeggio, sulla linea dei programmi previsti dai conservatori a quel tempo dettati dal ministero. Negli ultimi anni le scuole di musica sono aumentate di numero e hanno incrementato sensibilmente la tipologia dei corsi e i contatti con le altre realtà del territorio, in special modo collaborando con le scuole dell’infanzia e primarie dei territori di riferimento. In maniera difforme rispetto ai corsi di orientamento e alle scuole di musica delle bande, le scuole di musica non statali (così vengono definite dalla normativa regionale) ricalcano quindi la struttura didattica dei conservatori e intendono fornire un’offerta formativa più ampia possibile in linea con i conservatori stessi aprendo inoltre il campo di interesse a metodologie legate al mondo dell’infanzia e a diversi linguaggi musicali. In modo particolare, a partire dagli anni novanta, si è diffusa presso queste scuole la pratica dell’educazione musicale rivolta alla fascia d’età prescolare. Ciò ha creato presupposti di sviluppo notevole in termini di livello di preparazione poiché ha permesso agli allievi un avvicinamento precoce alla musica (dai 2-3 anni di età e in seguito con il metodo Gordon anche dall’età neonatale) e un conseguente guadagno in termini di rapporto età/livello di acculturazione musicale. La sensibilizzazione musicale rivolta a tutti indistintamente, che è una prerogativa delle metodologie musicali provenienti dai diversi continenti (Orff, Kodaly, Willems, Gordon tra gli altri), ha spostato il target di riferimento ampliando di molto la fascia di popolazione alla quale l’insegnamento della musica si è rivolto e ha allargato di molto gli orizzonti educativi e le finalità pedagogiche delle scuole stesse. Un’altra caratteristica specifica è stata la formazione, in molte di queste scuole, di compagini musicali collettive quali gruppi strumentali, cori di voci pari e dispari e orchestre giovanili che hanno dato modo a tanti allievi di cimentarsi con repertori di musica d’insieme di alto spessore artistico. Alcune di queste scuole hanno prodotto negli anni spettacoli di alta valenza didattica e sono state complici della creazione di gruppi corali, strumentali ed orchestrali che si sono particolarmente distinti sul territorio regionale, nazionale ed internazionale.